Il panorama legale delle procedure concorsuali e del fallimento aziendale ha subito significative trasformazioni nell’ultimo decennio, trasformando radicalmente l’approccio alle crisi d’impresa. L’evoluzione normativa è stata guidata da un’attenzione crescente alla salvaguardia dei valori aziendali e alla continuità delle imprese in difficoltà. Questo cambiamento ha avuto un impatto significativo sulle procedure concorsuali, passando da un modello centrato sulla liquidazione all’adozione di nuovi strumenti volti a promuovere il risanamento delle aziende in crisi.
L’evoluzione normativa ha avuto inizio con il Decreto Legislativo 83/2012, che ha introdotto il concordato con continuità aziendale nell’ordinamento italiano. Tuttavia, il cambiamento normativo è stato portato a compimento dieci anni dopo con il Decreto Legislativo 83/2022, in linea con la Direttiva (UE) n. 2019/1023, che ha posto al centro delle procedure concorsuali la salvaguardia dei valori aziendali e della continuità. Questa evoluzione ha ridefinito l’approccio alla crisi d’impresa, spostando l’attenzione dalla liquidazione alla conservazione dei valori intangibili.
Una delle chiavi per il successo di questa nuova filosofia è l’attenzione agli assetti organizzativi dell’impresa. Questi assetti devono essere in grado di prevenire la perdita della continuità aziendale e di adottare le misure necessarie per il suo recupero. Questo presuppone una maggiore responsabilità degli organi gestori e di vigilanza dell’impresa nel preservare la continuità aziendale.
Per garantire una rapida identificazione delle perdite di continuità aziendale, è stata istituita una procedura di allerta nota come “composizione negoziata della crisi.” Questa procedura è stata disciplinata dal Dl 118/2021 ed è stata sollecitata dalla Direttiva 2019/1023. Durante le trattative con i creditori, se l’impresa è insolvente ma ha prospettive concrete di risanamento, si darà maggiore rilevanza al “prevalente interesse dei creditori“. Ciò significa che si attribuirà dignità a portatori di interessi diversi dai titolari della proprietà formale. Questo modello è stato sperimentato con successo nell’esecuzione del concordato con continuità aziendale.
Un concetto relativamente nuovo che è stato introdotto in questo contesto è il “valore di ristrutturazione.” Si tratta di un valore virtuale che si aggiunge alle fonti tradizionali dell’impresa, valutate in termini di aggressione patrimoniale e valutazione di liquidazione. La sfida qui è quantificare questo valore di ristrutturazione, specialmente in situazioni in cui è difficile distinguerlo dalla liquidazione aggregata dei beni.
Un’innovazione rilevante è stata l’introduzione della “priorità relativa” come regola distributiva per il valore di ristrutturazione. Questo approccio proietta sul valore di ristrutturazione le regole distributive proprie del valore di liquidazione. In altre parole, i creditori che avrebbero avuto priorità sull’intero patrimonio del debitore, se si fosse proceduto alla liquidazione, vengono trattati in modo più favorevole rispetto ai creditori successivi nella graduazione per la liquidazione.
Un elemento chiave del processo è l’udienza di omologa, un momento centrale nella procedura. Tuttavia, in questo nuovo sistema, la conservazione dei valori aziendali prevale sull’interesse dei creditori. Di conseguenza, il concordato potrebbe non essere approvato dalla maggioranza delle classi, poiché il risanamento aziendale è prioritario. Ciò ha portato alla possibilità che il concordato venga proposto “contro” i creditori.
Infine, uno degli aspetti più singolari di questa nuova normativa riguarda il trattamento riservato a creditori considerati strategici, come il fisco e gli istituti di previdenza obbligatoria. Questi creditori sono stati espropriati del diritto di voto, in quanto il loro voto, anche se negativo, può essere ribaltato in sede giudiziale, se il tribunale ritiene che il loro trattamento sia più conveniente rispetto all’alternativa liquidatoria. Questa innovazione è volta a proteggere l’azienda e a evitare che il costo della ristrutturazione cada su questi creditori.
L’evoluzione delle procedure concorsuali in Italia è stata significativa negli ultimi anni, con un cambiamento radicale nell’approccio alle crisi d’impresa. Il passaggio da un sistema centrato sulla liquidazione a uno orientato al risanamento aziendale ha messo al centro la salvaguardia dei valori aziendali e della continuità. L’introduzione del “valore di ristrutturazione” e della “priorità relativa” come regole distributive ha segnato un punto di svolta importante nella legislazione sul fallimento. Tuttavia, resta da vedere come questi cambiamenti si tradurranno nella pratica e come saranno applicati dai tribunali e dalle imprese in crisi. La nuova normativa rappresenta un approccio più olistico e orientato al futuro alla gestione delle crisi d’impresa, ma la sua efficacia sarà valutata solo con il passare del tempo.